Giornata Internazionale della donna. Le vere origini
Quando ogni anno giunge l'otto marzo, Giornata Internazionale della donna, tutti si precipitano ad acquistare mazzi di mimosa da porgere in dono a tutte le donne che conoscono.
Ma chi si è mai veramente chiesto le reali origini di questa celebrazione, densa di profondo significato, che oggi purtroppo viene vista soltanto come una festa a sfondo commerciale?
Per iniziare occorre sfatare un falso storico clamoroso, inventato esclusivamente per fini politici.
Tutti generalmente credono che questa importante giornata abbia avuto origine a seguito di un grave episodio accaduto nel 1908 a New York, pochi giorni precedenti all'otto marzo, presso la presunta industria tessile Cotton dove le operaie cominciarono a scioperare a causa delle scarse condizioni a cui erano obbligate a lavorare.
Lo sciopero sarebbe, quindi, proseguito per alcuni giorni fino a quando il proprietario dell'industria, tale Mr. Johnson, avrebbe sbarrato tutte le uscite e appiccato l'incendio proprio l'otto marzo, data in cui sarebbero morte 129 operaie.
Questa leggenda fu spacciata per vera nel lontano 1952.
Anno in cui il settimanale comunista "La lotta", edito dalla sezione del P.C.I. di Bologna, pubblicò senza alcuno scrupolo questa vicenda rivelatasi poi una vergognosa mistificazione della realtà storica.
Soltanto recentemente è stato scoperto che si tratta di un incredibile falso storico poiché, a seguito di approfondite ricerche, non è mai esistita nessuna industria tessile Cotton a New York e nessun documento che ne dimostri l'esistenza come anche quella del fantomatico Mr. Johnson, di cui non si conosce assolutamente nulla.
Nello stesso 1952 la stampa comunista proseguì la sua campagna mistificatoria, facendo distribuire attraverso l'Unione Donne Italiane un piccolo libretto, contenente dettagli dell'incendio, a tutte le iscritte.
Successivamente, nel 1954, il settimanale della CGIL "Il lavoro" pubblicò una foto di Mr. Johnson, con tanto di bombetta, che si faceva strada tra le donne tenute dalla polizia.
Foto rivelatasi, dopo accurate analisi, un evidente fotomontaggio.
Questa leggenda fu soltanto una mistificazione di un gravissimo episodio realmente avvenuto nel 1911.
Quando l'industria tessile Triangle Shirtwaist Company di New York il venticinque marzo fu colpita da un terribile incendio, non di origine dolosa, in cui persero la vita più di 140 persone che non furono soltanto donne, anche se erano la maggioranza.
L'industria era nota anche perché due anni prima, precisamente a partire dal ventidue novembre 1909, gli operai avevano scioperato per quattro mesi consecutivi.
Da sottolineare, inoltre, che i proprietari della fabbrica si chiamavano Isaac Harris e Max Blanck; i quali vennero assolti dall'accusa penale ma non da quella civile.
Comunque non fu certo l'incendio della Triangle Shirtwaist Company a dare origine alla Giornata Internazionale della donna.
Poiché la prima giornata ufficiale venne celebrata il ventotto febbraio del 1909 negli U.S.A. a seguito della dichiarazione del Partito Socialista Americano.
L'odierna data dell'otto marzo ha origini semplicemente da una leggenda, nata tra i molti circoli Comunisti francesi negli anni '50, in cui si raccontava la storia di alcune operaie di fabbriche tessili che avrebbero avviato una protesta, contro le precarie condizioni di sicurezza in fabbrica e i bassi stipendi, proprio l'otto marzo del 1857.
Da questa semplice leggenda è poi nata la vera e propria storia a cui si ispirò la stampa comunista per le sue manipolazioni storico-politiche.
In seguito ad un'attenta analisi dei fatti realmente accaduti possiamo accorgerci com'è semplice manipolare la storia reale adattandola ai propri interessi.
Detto questo, vorrei sottolineare che la Giornata Internazionale della donna non deve essere considerata soltanto un giorno di interesse, commerciale o politico, in cui regalare mazzi di mimosa.
Ma deve essere celebrata con sincera stima nei confronti della donna, madre, moglie, operaia che svolge il suo importante ruolo all'interno della nostra società ogni giorno della sua vita, a volte con spirito di sacrificio.
Luigi M. C. Urso