Babbo Natale e la Befana. Le origini storiche della leggenda
I personaggi che vengono subito in mente pensando alle tanto attese festività natalizie sono, indubbiamente, Babbo Natale e la Befana.
Con la sua foltissima barba bianca e il suo sgargiante vestito rosso Babbo Natale viene a portare, secondo la tradizione, doni a tutti i bimbi del Mondo a bordo di una slitta volante carica di regali e trainata da otto renne tra cui Rudolph, la renna dal naso rosso e lucente, che sta avanti alle altre per illuminare loro la via.
Si narra, inoltre, che fosse sempre accompagnato dallo gnomo Peter il Nero che aveva il compito di punire i bambini cattivi.
Per antica tradizione, e diversamente da Babbo Natale, la Befana è una cara ma brutta vecchietta che viaggia montando una scopa volante, portando dolci ai tutti i bimbi del mondo e lasciando invece il carbone a quelli cattivi.
Ma quali verità si nascondono dietro le figure fiabesche e leggendarie di questi mitici personaggi considerati immaginari?
In "barba" a chi sostiene tenacemente il contrario, si può tranquillamente affermare che Babbo Natale è esistito realmente anche se non come lo si immagina nell'era moderna; non andava sicuramente in giro su di una slitta volante, non indossava certamente un vestito rosso col pellicciotto bianco ai bordi e non aveva di certo gnomi o elfi come assistenti.
Era San Nicola; patrono di Bari, Merano, Venezia, Sassari, Ancona, della Russia e della Sicilia, nonché protettore dei fanciulli, degli uomini di mare e dei pellegrini.
Nelle varie iconografie sacre viene raffigurato con indosso sempre una ricca veste vescovile, mentre il suo simbolo prevalente è costituito da tre sacchetti di monete d'oro che vengono spesso raffigurati sottoforma di pomi per renderli più visibili all'occhio.
San Nicola, proveniente da una ricca famiglia, nacque a Pàtara di Licia, ex provincia dell'Impero Romano attualmente conosciuta come Turchia, in un periodo imprecisato che oscilla fra il III e il IV secolo d.C.
Alcuni testi, infatti, datano la sua nascita tra il 250 e il 255 d.C. mentre altri parlano del 304 d.C. provocando un'evidente discordanza biografica.
Le fonti storiche sulla sua vita e sulle sue leggendarie imprese risultano un po' incerte; la causa sarebbe da attribuirsi al fatto che molti biografi e storici lo confusero con un altro Nicola, conosciuto come il Sionita il quale, in un periodo piuttosto vicino a quello di San Nicola, fondò un monastero proprio a Sion.
San Nicola una volta entrato in monastero, casualmente proprio quello fondato da Nicola il Sionita, divenne in seguito Arcivescovo della Chiesa metropolita di Myra e gli si attribuì, inoltre, la partecipazione al primo concilio di Nicea avvenuto nel 325 d.C. durante il periodo di Costantino.
La più famosa leggenda su questo straordinario Santo venne addirittura descritta da Dante Alighieri in un canto del Purgatorio.
Dante scrisse che il Santo si commosse venendo a conoscenza della vicenda di un nobiluomo caduto in disgrazia che, impossibilitato a dare la dote alle sue tre figlie e non potendole quindi far sposare, aveva deciso di prostituirle; San Nicola si prefissò di lanciare per tre notti di seguito un sacchetto colmo di monete d'oro attraverso una finestra sempre aperta nel castello dell'uomo.
Le prime due notti tutto andò bene, ma la terza notte trovò la finestra chiusa; San Nicola decise allora di arrampicarsi sui tetti del castello e calare il terzo sacchetto di monete attraverso il camino su cui erano appese alcune calze ad asciugare.
Le tre figlie del nobiluomo ebbero così una dote e poterono sposarsi.
Da questa leggenda si sviluppò in seguito, dopo la sua morte, l'usanza di fare doni durante il 6 dicembre, giorno di San Nicola.
Ma, data la vicinanza col Natale, il giorno tradizionale in cui era usanza fare doni venne spostato al 25 dicembre.
In un periodo successivo questa leggenda venne semplificata per i bambini, a cui si raccontava che San Nicola donava in forma anonima cibo alle famiglie povere facendolo calare dai camini o attraverso le finestre delle loro abitazioni.
San Nicola morì il 6 dicembre di un anno imprecisato; le sue spoglie vennero trafugate nel maggio del 1087, durante l'insediamento dei normanni in Puglia, e portate in trionfo nella città di Bari che fece di San Nicola il suo patrono.
Secondo le cronache dell'epoca, San Nicola andava in giro montando un asinello bianco; col passare dei secoli il suo mezzo di trasporto divenne, durante l'Ottocento, una slitta trainata da ben otto renne.
Questo a seguito di un poemetto, scritto dall'ormai dimenticato professor Clement Clark Moore, in cui si fa riferimento al fatto che Babbo Natale viaggiasse a bordo di una slitta trainata proprio da otto renne, le quali avevano nomi diversi, e che si calava dai camini per lasciare in dono giocattoli nelle calze appese dai bimbi la notte di Natale.
Poteva fare questo poiché era piccolo quanto uno gnomo, sempre secondo il poemetto.
Invece il suo abbigliamento fu variato in base al Paese in cui veniva celebrato; così come il suo nome che venne mutato dagli inglesi in Santa Claus, nome che non sarebbe altro una corruzione linguistica ottenuta da Sinter Klass, San Nicola in lingua Olandese, e dal latino Sanctus Nicolaus.
L'immagine attuale di Babbo Natale risale al 1931 in un contesto del tutto imprevedibile; l'azienda produttrice della Coca Cola, in quel periodo, aveva bisogno di un simbolo pubblicitario natalizio e decise di utilizzare proprio Babbo Natale vestendolo interamente dei colori della compagnia, il bianco e il rosso, e raffigurandolo nell'atto di bere allegramente la bibita in questione.
Il disegnatore svedese Haddon Sundblom, incaricato di realizzare questo personaggio pubblicitario, sembra si sia ispirato a un suo vicino di casa dall'aspetto florido e simpatico.
Da allora il Babbo Natale realizzato dalla Coca Cola divenne la raffigurazione ufficiale conosciuta ai giorni nostri.
Per quando riguarda, invece, la Befana c'è ben poco da dire ma la sua origine è veramente interessante.
Il nome "Befana" deriva dalla parola greca "Epifania" che, letteralmente, vuol dire "manifestazione" o "apparizione".
La sua affascinante storia ha origine nel mondo pagano antecedente la nascita di Cristo.
Narra la leggenda che i tre Re Magi, in viaggio verso Betlemme, perdettero la strada non sapendo da che parte andare; improvvisamente videro in lontananza il fumo di un camino, così decisero di dirigersi verso quella direzione.
Il fumo proveniva da una casetta alla quale bussarono per chiedere informazioni circa la strada verso Betlemme.
Ad aprir loro la porta fu una cara e dolce vecchietta che prontamente indicò loro la strada da seguire.
I Re Magi si avviarono, quindi, seguendo la direzione indicata loro dalla gentile e cortese vecchina.
Rendendosi conto immediatamente di aver indicato per errore la strada sbagliata, la vecchietta uscì di casa cercando di raggiungerli per avvertirli dell'errore commesso ma non vi riuscì; così cominciò a girare di casa in casa per chiedere se qualcuno avesse visto i tre Re Magi e che direzione avessero preso, in cambio delle informazioni lasciava dolci o caramelle ai bimbi della casa in cui si fermava.
La leggenda dice che la vecchietta non ritrovò mai più i Re magi, però la tradizione vuole che ella porti in dono ancora caramelle ai bimbi del mondo il 6 gennaio di ogni anno, stesso giorno in cui i Re magi bussarono alla sua porta.
Soltanto in età medievale la figura della Befana venne trasformata in quella di una strega buona, che a cavalcioni di una scopa volante distribuisce dolci ai bimbi buoni e carbone a quelli cattivi.
Come si può notare da queste vicende, anche dietro storie o personaggi ritenuti di fantasia esiste sempre un denso alone di verità che dovrebbe far riflettere quando, se qualcuno lo chiede, si risponde che "non è vero", oppure, che "non esiste" e si crede sia soltanto immaginazione.
Luigi M. C. Urso